Immagina una notte frutto di una
lunga attesa. Quando aspetti qualcosa sembra che il tempo dell'attesa si
prolunghi volutamente per aumentare il desiderio. Ebbene, quella notte non
voleva proprio scendere. La notte più corta dell'anno vicina al solstizio
d'estate.
Ma poi è arrivata.
Tutto arriva prima o poi. E quando arriva la notte avvolge il mondo così
tanto che non sembra possibile che prima possa esservi stata la luce e che
dopo qualche ora il giorno ritorni.
Dunque l'attesa, la
notte, una campagna perché dall'alto i fuochi si vedono meglio. Odore di
mirto, erba secca e ginestr4e. E poi cominciano. I fuochi cominciano e
finiscono, questo è il problema. Perché quando ci sei in mezzo e loro
esplodono uno dietro l'altro, uno dentro l'altro, ritmanti di vita e di
morte ma consolatori nel loro susseguirsi e sovrapporsi, ti dimentichi
che poi finiranno. Te ne scordi solo fino a un certo punto.
D'improvviso
ti prende il pensiero della fine. Ti prende dopo un po' che lo spettacolo
è iniziato, nel momento di massimo tripudio. Scoppi, tempeste di lumi che
prepotenti striano il cielo e ancora scoppi e aria che vibra, scintille,
strisce, lampi e tu cosa pensi? Alla fine. Pensi: "stanno per finire". Lo
cominci a sentire proprio nel momento in cui lo spettacolo è al culmine.
Dopo il culmine c'è la discesa. Lo sai benissimo ma vuoi nasconderlo a te
stesso soffocandoti nei botti che si sovrappongono, stordendoti di luce e
di rumore. Ma lo sai finiranno.
E finiranno, ma intanto cominciano:
un botto, due forse di prova, di avvertimento e i gabbiani scappano e i
gufi volano disorientati e bianchi, sembrano bianchi visti da sotto. Vedi
uccelli smarriti e fuochi nell'aria.
Raccontare i fuochi
non è facile per me perché ora che scrivo li ho già dimenticati. Resta in
me la sensazione dell'aria che ti vibra dentro, nel cielo graffiato dalle
scie di fumo dopo l'esaurirsi della luce.
Fa impressione il
cielo dopo un fuoco d'artificio, perché il fumo crea strane figure. Io vi
ho visto un albero, un grande biancospino o un salice piangente, bianco
nella notte. Mi è parso un monito a non fare troppo rumore, un monumento
di silenzio. Ma la visione dura un attimo e il silenzio pure un attimo.
I fuochi d'artificio
vibrano. Luci rincorse da suoni. Sono fiori di fuoco, esplosioni
costrette e prigioniere in forme e colori studiati dall'uomo. Ogni tanto
una scintilla fugge, si stacca imperfetta e fugge dalla traiettoria
prestabilita.
è difficile
accorgersene perchè è solo una scintilla tra decine perfette ed
estremamente ubbidienti. Ma se la vedi, se te ne accorgi, ti commuovi.
Vedi la forza della vita che si ribella alla morte, che si stacca dal suo
destino e, un po' sgraziata ma nobile e caparbia, resiste alla fine.
Ma la fine arriva
sempre così come era arrivata la notte e il silenzio si incanta nel
frinire di un grillo in un cespuglio di mirto.
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