FIORI DI FUOCO

Fuochi d'artificio di San Giovanni

 

Fotografia ritraente tre fuochi d'artificio che sembrano spaghetti crudi luminosi.

 

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Immagina una notte frutto di una lunga attesa. Quando aspetti qualcosa sembra che il tempo dell'attesa si prolunghi volutamente per aumentare il desiderio. Ebbene, quella notte non voleva proprio scendere. La notte più corta dell'anno vicina al solstizio d'estate.

Ma poi è arrivata. Tutto arriva prima o poi. E quando arriva la notte avvolge il mondo così tanto che non sembra possibile che prima possa esservi stata la luce e che dopo qualche ora il giorno ritorni.

Dunque l'attesa, la notte, una campagna perché dall'alto i fuochi si vedono meglio. Odore di mirto, erba secca e ginestr4e. E poi cominciano. I fuochi cominciano e finiscono, questo è il problema. Perché quando ci sei in mezzo e loro esplodono uno dietro l'altro, uno dentro l'altro, ritmanti di vita e di morte ma consolatori nel loro susseguirsi e sovrapporsi, ti dimentichi che poi finiranno. Te ne scordi solo fino a un certo punto.

D'improvviso ti prende il pensiero della fine. Ti prende dopo un po' che lo spettacolo è iniziato, nel momento di massimo tripudio. Scoppi, tempeste di lumi che prepotenti striano il cielo e ancora scoppi e aria che vibra, scintille, strisce, lampi e tu cosa pensi? Alla fine. Pensi: "stanno per finire". Lo cominci a sentire proprio nel momento in cui lo spettacolo è al culmine. Dopo il culmine c'è la discesa. Lo sai benissimo ma vuoi nasconderlo a te stesso soffocandoti nei botti che si sovrappongono, stordendoti di luce e di rumore. Ma lo sai finiranno.

E finiranno, ma intanto cominciano: un botto, due forse di prova, di avvertimento e i gabbiani scappano e i gufi volano disorientati e bianchi, sembrano bianchi visti da sotto. Vedi uccelli smarriti e fuochi nell'aria.

Raccontare i fuochi non è facile per me perché ora che scrivo li ho già dimenticati. Resta in me la sensazione dell'aria che ti vibra dentro, nel cielo graffiato dalle scie di fumo dopo l'esaurirsi della luce.

Fa impressione il cielo dopo un fuoco d'artificio, perché il fumo crea strane figure. Io vi ho visto un albero, un grande biancospino o un salice piangente, bianco nella notte. Mi è parso un monito a non fare troppo rumore, un monumento di silenzio. Ma la visione dura un attimo e il silenzio pure un attimo.

I fuochi d'artificio vibrano. Luci rincorse da suoni. Sono fiori di fuoco, esplosioni costrette e prigioniere in forme e colori studiati dall'uomo. Ogni tanto una scintilla fugge, si stacca imperfetta e fugge dalla traiettoria prestabilita.

è difficile accorgersene perchè è solo una scintilla tra decine perfette ed estremamente ubbidienti. Ma se la vedi, se te ne accorgi, ti commuovi. Vedi la forza della vita che si ribella alla morte, che si stacca dal suo destino e, un po' sgraziata ma nobile e caparbia, resiste alla fine.

Ma la fine arriva sempre così come era arrivata la notte e il silenzio si incanta nel frinire di un grillo in un cespuglio di mirto.

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